Here is how to boil a frog. Place the frog in a pan of tepid water. Raise the temperature so gradually that the frog does not realize it is being cooked. It may even fall into a stupor, as a person might in a hot bath. Eventually it will die. According to experiments done in the nineteenth century, you can indeed boil a frog this way. Biologists today claim that you can’t. Either way, please don’t try it.
Boiling a frog is a metaphor for the problem we all have perceiving changes that are gradual but cumulatively significant, that may creep up and have devastating consequences: a little increase here, a little there, then later some more. Nothing changes very much and things seem normal. Then one day the accumulation of changes causes the appearance of normality to disappear. Suddenly things have changed a great deal. The world is different, and it has been altered in a manner that may not be pleasant. […]
We know how to boil a frog. Complexification is how to boil a society. Complexity grows by small steps, each seemingly reasonable, each a solution to a genuine problem. We can afford the cost of each increment. It is the cumulative costs that do the damage, for the costs of solving previous problems have not gone away and now we are adding to them. The temperature increases sensibly and we are lulled into complacency. Eventually these costs drive a society into insolvency. A few people always foresee the outcome, and always are ignored.
Complexity is not intrinsically good or bad. It is useful and affordable, or it is not. [C]omplexity can affect societies negatively, producing catastrophes […] This is not, however, an inevitable outcome.
Ecco come bollire una rana. Ponete la rana in una pentola con acqua tiepida. Alzate la temperatura così gradualmente che la rana non capisca che sta cuocendo. Potrebbe persino cadere in un torpore, come può succedere ad una persona in un bagno caldo. Alla fine morirà. Secondo degli esperimenti eseguiti nel diciannovesimo secolo, è davvero possibile bollire una rana in questo modo. Oggi i biologi dicono che non è vero. In ogni caso, non provateci, per favore.
Bollire una rana è una metafora per il problema che noi tutti abbiamo nel percepire cambiamenti graduali ma cumulativamente significativi, che possono cogliere di sorpresa e avere consequenze devastanti: un piccolo aumento qui, un po’ di qua, un altro po’ più tardi. Niente cambia granché e le cose sembrano normali. Poi, un giorno, l’accumulo di cambiamenti fa sparire la sembianza di normalità. Improvvisamente le cose sono cambiate parecchio. Il mondo è diverso, ed è stato cambiato in un modo che può non essere piacevole. […]
Sappiamo come bollire una rana. La complessificazione è il modo di bollire una società. La complessità cresce a piccoli passi, ciascuno apparentemente ragionevole, ciascuno una soluzione ad un problema reale. Possiamo permetterci il costo di ciascun aumento. Sono i costi complessivi a fare il danno, poiché il costo delle soluzioni ai problemi precedenti non è ancora estinto e ora ne stiamo aggiungendo altri. La temperatura aumenta in modo ragionevole e ci culliamo nella soddisfazione. Alla fine questi costi spingono la società verso l’insolvenza. Ci sono sempre alcuni che prevedono il risultato, e vengono sempre ignorati.
La complessità non è intrinsecamente buona o cattiva. È utile e ad un prezzo accessibile, o non lo è. […] la complessità può colpire negativamente le società, producendo catastrofi […] Questo però non è un esito inevitabile.
(Joseph A. Tainter & Tadeusz W. Patzek, Drilling Down – The Gulf Oil Debacle and Our Energy Dilemma, 2011)