The habitual passenger must adopt a new set of beliefs and expectations if he is to feel secure in the strange world where both liaisons and loneliness are products of conveyance. To “gather” for him means to be brought together by vehicles. He comes to believe that political power grows out of the capacity of a transportation system, and in its absence is the result of access to the television screen. He takes freedom of movement to be the same as one’s claim on propulsion. He believes that the level of democratic process correlates to the power of transportation and communications systems. He has lost faith in the political power of the feet and of the tongue. As a result, what he wants is not more liberty as a citizen but better service as a client. He does not insist on his freedom to move and to speak to people but on his claim to be shipped and to be informed by media. He wants a better product rather than freedom from servitude to it. It is vital that he come to see that the acceleration he demands is self-defeating, and that it must result in a further decline of equity, leisure, and autonomy.
Per sentirsi sicuro nello strano mondo dove sia le relazioni che la solitudine sono prodotti dei mezzi di trasporto, il passeggero abituale deve adottare un nuovo insieme di credenze e aspettative. “Riunirsi” per lui significa essere collegati da veicoli. Arriva a credere che il potere politico discenda dalla capacità di un sistema di trasporto, e che in sua assenza sia il risultato dell’accesso allo schermo televisivo. Assume che la libertà di movimento sia un tutt’uno con un diritto alla propulsione. Crede che il livello del processo democratico sia correlato alla potenza dei sistemi di trasporto e di comunicazione. Ha perso la fede nel potere politico dei piedi e della lingua. Come risultato, ciò che desidera non è più libertà come cittadino ma un miglior servizio come cliente. Non esige la propria libertà di muoversi e di parlare alla gente, ma la pretesa di essere trasferito e informato dai mezzi di massa. Vuole un prodotto migliore, piuttosto che la libertà dall’asservimento al prodotto. È cruciale che arrivi a capire che l’accelerazione da lui richiesta è frustrante, e che inevitabilmente porta ad un ulteriore declino dell’equità, del tempo libero e dell’autonomia.
(Ivan Illich, “Energy and equity”, in Toward a History of Needs, 1977)