You see, professor, I think you were right with your lesson. Yeah, you told us that things are not going to be so easy as they used to be. Right, we saw that, too. It is what’s happening. You know, I remember when we came here from Yugoslavia. I was a child; I was 10 years old but I remember that very well. It was so different, here. We saw so much wealth: lights and cars and houses and stuff in the supermarkets. Yeah, we had never seen anything like that. In Yugoslavia there was nothing. And so, we were all very happy, but I think we made a big mistake. You know; I remember my grandfather. He was a good man; he could work metals; he could fix pots and pans and sharpen knives. So, he told me that I should learn his job; but I didn’t want to. I was very young; I wasn’t that smart but, see, professor, I think we all made the same mistake. Many of the old folks could do things. Like singing or playing instruments, buying and selling horses. But we can’t do that any more. We didn’t want to learn. We saw all this wealth, here, and we thought that there was no need of working so hard. If there was so much wealth; why couldn’t we share a little of it? We didn’t want to be rich; we just wanted a little – enough to live in peace. And we thought it would last forever. But, you are right, professor, it is not going to last forever. And now we are in trouble.
Vede, professore, penso che lei avesse ragione con la sua lezione. Sì, ci ha detto che le cose non saranno facili quanto lo erano prima. È giusto, anche noi ce ne siamo accorti. È quello che sta accadendo. Sa, mi ricordo quando arrivammo qui dalla Jugoslavia. Ero un bambino, avevo 10 anni ma me lo ricordo molto bene. Era così diverso, qui. Vedevamo tanta ricchezza: luci,macchine, case, roba nei supermercati. Non avevamo mai visto niente di simile. In Jugoslavia non c’era nulla. E così, eravamo tutti molto contenti, ma credo che abbiamo fatto un grosso errore. Mi ricordo mio padre, era un brav’uomo, sapeva lavorare i metalli, sapeva riparare pentole e tegami, e affilare coltelli. Mi diceva che avrei dovuto imparare il suo lavoro, ma non volevo. Ero molto giovane, non ero neppure molto sveglio, ma vede, professore, penso che abbiamo fatto tutti lo stesso errore. Molti dei nostri anziani sapevano fare delle cose, come cantare o suonare degli strumenti, o comprare e vendere cavalli. Ma noi non ne siamo più capaci. Non abbiamo voluto imparare. Qui abbiamo visto tutta questa ricchezza, e abbiamo pensato che non ci fosse bisogno di lavorare tanto sodo. Se c’era tanta ricchezza, perché non avremmo potuto condividerne un po’? Non volevamo essere ricchi, ci bastava solo un po’, abbastanza per una vita tranquilla. E pensavamo che sarebbe durato per sempre. Ma lei ha ragione, professore, non durerà per sempre. E ora siamo nei guai.
(Un Rom a Ugo Bardi, qualche giorno dopo una lezione sul picco del petrolio, riportato in “Gypsies at the peak”, su The Oil Drum: Europe, 2010)