An intriguing aspect of historical beliefs about infectious disease is that the common folk were proved to be right in the long run, and the educated were mostly wrong. The priesthood pushed the idea that disease came from the gods. People were told to stop sinning and to pray for forgiveness, not waste time attempting to understand disease. Rationalist intellectuals put forward a range of theories based on factors such as diet, personality, climate, dirt, decay, and offensive odors of various sorts. Until the last century or two, most intellectuals rejected the idea that disease was contagious.
However, the behavior of the population-at-large suggests that ordinary people were aware that disease was often contagious. Avoiding contact with those infected by typhoid, plague, smallpox, and malaria was a sensible precaution. During the 1600s, the wealthier inhabitants of London kept an eye on the weekly “Bills of Mortality,” much as we tune in to the weather report nowadays. These “bills” were lists of recent deaths and their causes. When the number of cases of something especially nasty, like plague or smallpox, rose higher than normal, the wealthy fled London for their country estates and left the poor to take their chances.
Why did the scientific establishment take so long to realize that diseases are transmitted from one victim to another? I believe two factors are at work. First, many diseases are not directly contagious. Thus, although malaria is spread from person to person, it is carried by mosquitoes, and a person cannot catch it through direct contact with a human sufferer. Bubonic plague is even more confusing. It can be spread from person to person, but it is usually transmitted by fleas. From a practical viewpoint, avoiding those infected is still a good strategy—you would be less likely to be bitten by the same flea or mosquito. From an intellectual viewpoint, the observed lack of direct transmission favored the various environmental theories. Second, the technology to actually see microorganisms is of relatively recent origin. Speculation about tiny invisible germs goes back to the Roman author Varro (116–26 B.C.), but demonstrating their existence requires more than mere words: It requires a microscope.
Un aspetto interessante delle credenze storiche sulle malattie infettive è che sulla lunga distanza è stato dimostrato che il popolino aveva ragione, mentre le persone istruite per la maggior parte avevano torto. Il clero spingeva l’idea che le malattie provenivano dagli dèi. Alla gente si diceva di smettere di peccare e di pregare per il perdono, e di non perdere tempo nel cercare di comprendere le malattie. Gli intellettuali razionalisti avanzavano una serie di teorie basate su fattori come la dieta, la personalità, il clima, lo sporco, la decomposizione, e odori ripugnanti di varia natura. Fino agli ultimi uno o due secoli, la maggior parte degli intellettuali rifiutava l’idea che le malattie fossero contagiose.
Tuttavia, il comportamento della massa della popolazione indica che la gente comune era consapevole che le malattie erano spesso contagiose. Evitare il contatto con i malati di tifo, peste, vaiolo e malaria era una precauzione sensata. Nel 1600, gli abitanti più ricchi di Londra tenevano d’occhio i “Bills of Mortality” settimanali, più o meno come noi oggi ci sintonizziamo sulle previsioni del tempo. Queste affissioni erano liste di decessi recenti e delle loro cause. Quando il numero di casi di qualcosa di particolarmente orribile, come la peste o il vaiolo, aumentava oltre la norma, i ricchi lasciavano Londra per le loro proprietà in campagna, lasciando i poveri alla loro sorte.
Perché le istituzioni scientifiche impiegarono così tanto per rendersi conto che le malattie vengono trasmesse da una vittima all’altra? Credo che abbiano operato due fattori. Primo, molte malattie non sono direttamente contagiose. Per questo, anche se la malaria si diffonde da una persona all’altra, è portata dalle zanzare, e una persona non può contrarla per contatto diretto con un umano infetto. La peste bubbonica induce ancora più confusione. Può essere diffusa da persona a persona, ma di solito è trasmessa dalle pulci. Da un punto di vista pratico, evitare gli infetti è ancora una buona strategia — è più difficile essere punti dalla medesima pulce o zanzara. Da un punto di vista intellettuale, l’assenza di trasmissione diretta favorì le varie teorie ambientali. In secondo luogo, la tecnologia per osservare effettivamente i microorganismi è di origine relativamente recente. La speculazione riguardo minuscoli germi invisibili risale all’autore romano Varrone (116-26 a.C.), ma la dimostrazione della loro esistenza richiede qualcosa di più delle semplici parole: richiede un microscopio.
(David Clark, Germs, Genes, and Civilization, 2010)